giovedì 7 luglio 2016

Riforma del Senato e Italicum: una bandiera falsa?


Negli ambienti proSI al referendum costituzionale viene considerato strumentale ("indirizzato") fare riferimento anche alla legge elettorale. E' una bella pretesa quella di voler considerare separatamente una nuova legge elettorale finalizzata all'elezione della sola Camera, da una modifica costituzionale che annulla l'elezione a suffragio universale del Senato. Dato che quella serve a questa.
In realtà non si può fare a meno di parlare della nuova legge elettorale anche perché la riforma costituzionale sottrae ai cittadini un luogo politico come il Senato diminuendo drasticamente la loro capacità democratica oltre a diminuire drasticamente gli strumenti di democrazia della Repubblica.
Ma c'è un altro motivo per mostrare il funzionamento della nuova legge elettorale: mostrare i risultati ottenuti utilizzando il Porcellum.
Sono numerose e autorevoli  le indicazioni che danno l'Italicum come un Porcellum camuffato per non essere immediatamente impallinato dalla Consulta.
Tenere conto del giudizio degli esperti di una certa materia sembra un buon modo per evitare guai.
Vediamo le prove del Porcellum. I dati seguenti sono tratti da Wikipedia
La prima applicazione avviene nel 2006 con questo risultato


Il risultato elettora divide esattamente a metà l'elettorato. Poiché lo scopo della legge elettorale è fornire una maggioranza certa alla parte vincente, la parte che ha prevalso ottiene il 55% dei seggi alla Camera e una quota del 50% al Senato.

Evidentemente qualcosa non ha funzionato a dovere poiché nel 2008 si deve tornare a votare, con i seguenti risultati.



Il voto dà un risultato un pochino diverso nella sua struttura. La parte vincente ha il 46% dei suffragi, le parti rimanenti rispettivamente il 38% e il 6% (circa).
Questa volta anche al Senato la parte vincente ottiene il 55% dei seggi.

La legislatura raggiunge quasi la scadenza temporale e vengono indette nuove elezioni politiche nel 2013 con il seguente risultato




L'elettorato risulta diviso in tre parti (29,55%; 29,18%; 25,56%). Il 29,55% ottiene il 55% dei seggi alla Camera e il 40% dei seggi al Senato. Le altre due parti hanno insieme il 54,74% dei voti e ottengono il 37% dei seggi alla Camera e il 54% dei seggi al Senato.


Nessun commento:

Posta un commento